Occupandomi di diritto di famiglia e successioni ereditarie, sin dai primi colloqui i clienti mi mettono a conoscenza delle loro dinamiche familiari.
Cerco sempre di entrare in punta di piedi nelle vite delle persone, consapevole che per loro è già uno sforzo grandissimo dover raccontare, ad una sconosciuta, le loro vicissitudini.
Per quel che riguarda le questioni ereditarie, nel mio studio arrivano soprattutto persone che desiderano sapere sia quali sono i loro diritti ereditari sia se, dopo la morte del congiunto, questi siano stati lesi.
Come si può immaginare, le situazioni sono le più varie e, come sempre in ogni ambito del diritto, ognuna presenta le proprie caratteristiche, le proprie eccezioni, i propri dettagli, che vanno adeguatamente analizzati.
In buona parte dei casi emerge un’effettiva ed avvenuta lesione di diritti successori dovuta ai più disparati motivi che, però, hanno tutti un tratto comune: la mancata o sbagliata pianificazione della propria successione da parte di chi è mancato.
In questo caso, chi è mancato, cosa lascia veramente ai propri eredi?
Nel caso di inesistente o sbagliata pianificazione della successione, purtroppo, gli eredi (o coloro che lo diventeranno dopo cause lunghe e costose) ricevono da chi è mancato, prima di tutto, l’amarezza di ritrovarsi a litigare con i propri familiari, con i propri fratelli o con coloro che, a seguito di seconde o terze nozze o convivenze, erano entrati a far parte della vita dell’ormai defunto.
Gli aspetti patrimoniali, spesso, passano in secondo piano o diventano un mero strumento per attuare rivendicazioni che poco hanno a che fare con l’oggettiva questione meramente successoria.
Ciò che caratterizza queste liti è, infatti, il dolore di rivivere o scoprire dinamiche familiari vissute con dubbi e rancori in cui, sin dalla più tenera età, l’essere umano rischia di scivolare.
Questo rende ancora più difficile trovare un accordo soddisfacente e risolutivo che possa riappacificare gli animi, anche quando gli aspetti patrimoniali sarebbero facilmente appianabili.
Negli ulteriori casi in cui l’ormai defunto ha appositamente deciso di non lasciare nulla a chi “non merita”, in favore di altri, spesso emerge come egli non si sia reso conto che il suo favorito, di contro, subirà le legittime pretese da parte dell’escluso che, al di là delle eventuali volontà testamentarie o delle attribuzioni negategli, ha comunque diritto a qualcosa.
In altri casi ancora, quando la successione non è stata pianificata o è stata pianificata male, emergono “sorprese”: debiti sconosciuti, aspetti contabili e fiscali che non quadrano, imprese che sono state gestite con un ordine mentale ed un funzionamento mai condivisi dall’imprenditore neppure con i familiari (con segreti, dunque, che l’imprenditore porterà con sé nella tomba) o ancora imposte di successione che mettono in seria difficoltà gli eredi.
Questi ultimi aspetti, come costantemente approfondisco grazie alla stretta partnership in Agoràpro con la commercialista dott.ssa Daniela Zanella, non vanno mai sottovalutati, perché hanno un forte impatto negativo in chi si ritroverà a gestire il patrimonio o a guidare l’impresa.
Si tratta di aspetti che possono essere oggetto di analisi e prevenzione, che possono essere “sistemati” per tempo per non diventare problemi che colgono alla sprovvista chi sopravvive, che si aggiungono al dolore per la dipartita, e che non possono trovare mai soluzioni così adeguate come quelle che si possono adottare se considerate per tempo.
Affinché più spesso gli avvocati possano rispondere ai propri clienti “Non preoccupatevi, tutto è stato fatto come doveva esser fatto. La causa ereditaria non serve”, facciamo in modo di lasciare ai nostri familiari ed ai nostri affetti la migliore eredità possibile: una successione pensata, pianificata, segno di una famiglia e di una relazione che ha funzionato e mezzo di salvaguardia dei rapporti personali.
Servizio Agoràpro collegato a questo servizio: Accompagnamento al passaggio generazionale e alla pianificazione testamentaria |
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