Nel nostro ruolo di consulenti d’impresa ci stiamo trovando quest’anno a discutere con i nostri clienti sulle prospettive economiche e su come gestire la liquidità in questo momento di crisi e di futuro incerto.
L’emergenza COVID-19 che sta affrontando il nostro Paese oltre a dare molti pensieri sotto l’aspetto sanitario sta mettendo in ginocchio molteplici attività economiche.
A partire dal “lockdown” di marzo mi sono subito chiesta come avrebbero fatto i miei clienti a “salvarsi”, a rispondere a tutti gli impegni finanziari che comporta avere una propria attività.
Le piccole e medie imprese, commercianti, artigiani e professionisti si sono trovati, in un attimo, dal cercare di rispondere con le proprie fatiche quotidiane agli impegni presi per la propria attività, a non saper più dove sbattere la testa per continuare.
Hanno tenuto duro in attesa che il Governo rispondesse, come dovuto, alle richieste di aiuto, ma purtroppo conosciamo bene qual è la nostra situazione economico politica e quindi le briciole… i ristori… non sono di certo sufficienti a risanare questo momento di difficoltà.
E proprio mentre eravamo chiusi in casa, non dormendo più la notte chiedendoci come pagare i debiti, è stato pubblicato il Decreto Liquidità.
Il telefono di noi consulenti ha iniziato a bollire di richieste e chiarimenti. “Ma mi spetta qualcosa?”, “Arrivano soldi?”. La risposta non poteva che essere: “certo che arrivano soldi, anche a costo basso e con garanzie statali ma vanno restituiti tra 2 anni…”.
Ed eccoci alla realtà. La realtà che non va dimenticata e che creerà dei grossi problemi di indebitamento per la maggior parte delle piccole e medie imprese italiane che non arrivano preparate.
I finanziamenti Covid-19 di 25.000 euro, poi di 30.000 euro, senza alcuna valutazione di merito da parte degli istituti finanziari, è stata una boccata d’aria per molti ma allo stesso tempo una trappola finanziaria.
La possibilità di chiedere finanziamenti anche di importo maggiore, garantiti al 90% dal Fondo centrale di garanzia, ha spinto le imprese ad approfittarne per vivere con un po’ più di serenità il futuro prossimo.
Ma quanto prossimo? Chi ha richiesto finanziamento ha già investito la liquidità ricevuta per poter ripartire e sopravvivere, per poter pagare fornitori, dipendenti, investimenti necessari… senza pensare che dal 2022 avranno un nuovo impegno, una nuova rata di mutuo da pagare.
E a questo si sommano tutti gli altri impegni finanziari e fiscali sospesi per quest’anno.
E adesso, con il secondo “lockdown” economico di questo inverno, come faranno le imprese ad affrontare gli impegni futuri?
Vorrei poter consigliare la miglior strategia per la salvaguardia delle attività delle piccole medie imprese ma in questo momento l’unica cosa che sento di dire, non riuscendo a prevedere il futuro economico delle nostre attività, è di essere prudenti.
Prima di fare qualsiasi scelta di indebitamento, fate una pianificazione finanziaria accurata di quello che sarà l’impegno per il rientro delle vostre esposizioni e valutate con attenzione la reale possibilità di farne fronte altrimenti da un periodo di difficoltà finanziaria rischiate di trovarvi in una situazione di indebitamento non sostenibile.
La storia ce lo insegna… dopo la catastrofe c’è la ripresa… dopo la distruzione c’è la rinascita.
Arriviamo pronti!
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