[Video] Cessione dei crediti deteriorati: vantaggi fiscali e finanziari

I crediti deteriorati sono i crediti che sono scaduti e non sono stati pagati entro 90 giorni dalla data stabilita per il loro pagamento. La normativa prevede che possano essere ceduti sia i crediti commerciali che i crediti finanziari.

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L’articolo 55 del Decreto “Cura Italia” così come modificato dal decreto “Agosto” dispone che in caso in cui una società cedesse crediti deteriorati entro il 31/12/2020, può convertire in credito di imposta le imposte anticipate, apposte o meno a bilancio, su perdite fiscali e ACE ancora non utilizzabili alla data di cessione del credito.

Quali sono però i crediti deteriorati che io posso cedere per avere questa agevolazione?

I crediti deteriorati sono i crediti che sono scaduti e non sono stati pagati entro 90 giorni dalla data stabilita per il loro pagamento. La normativa prevede che possano essere ceduti sia i crediti commerciali che i crediti finanziari.

In che modo posso cederli per avere l’agevolazione?

Le cessioni devono essere fatte, eseguite e concluse entro il 31/12/2020 e devono essere cessioni a titolo oneroso, quindi ovviamente vengono escluse tutte le cessioni a titolo gratuito.

Queste cessioni, però, si badi bene, non possono essere fatte tra società tra loro collegate, perché non sarebbero cessioni effettive.

Quali sono i beneficiari di questa normativa?

Il decreto “Cura italia” parla genericamente di “società”, quindi si ritiene siano escluse tutte le ditte individuali e tutti quei soggetti che non sono costituiti in forma societaria. Inoltre, queste società devono essere in uno stato di dissesto conclamato ovvero in uno stato di insolvenza.

Quali sono, in concreto, i vantaggi fiscali previsti dal decreto “Cura Italia”?

Al di là del vantaggio fiscale ordinario, che avrei comunque, cioè quello della deducibilità della perdita in caso di cessioni pro soluto, l’articolo 55 del decreto “Cura Italia” ha disposto un’agevolazione in merito a questi crediti, che comporta la possibilità di convertire – fino a un massimo del 20% del valore nominale dei crediti ceduti – in credito di imposta, le imposte anticipate – apposte o meno a bilancio è irrilevante – calcolate su perdite fiscali e ACE ancora utilizzabili alla data di cessione.

Un esempio

Nel caso in cui si decidesse di cedere crediti per un valore nominale di 1milione, generando ovviamente una perdita di bilancio, io posso ottenere un credito d’imposta calcolato su un massimo del 20% del milione ceduto e quindi su un massimo di 200mila euro di perdite fiscali e ACE ancora da utilizzare.

Cosa significa?

Che a fronte di 1milione di valore nominale di crediti ceduti, nel caso io abbia ancora perdite fiscali e ACE utilizzabili, posso ottenere un credito d’imposta, in caso di società di capitali, pari a 48mila euro, cioè il 24% di 200mila euro.

Quindi il vantaggio fiscale – sempre in caso di società di capitali – è pari al 4,8% del valore nominale dei crediti ceduti.

Avvocato linda Girardi - Diritto bancario e recupero credito

Linda Girardi

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